Vi racconto un po’ di più della mia storia e del percorso fatto per arrivare a svolgere questa professione.
Quando ero una ragazzina e mi chiedevano cosa volessi fare da grande, alla mia risposta “La manager musicale” ricordo solo facce meravigliate.
Non c’era internet, né talent show e nessun discografico in famiglia eppure la mia risposta era sempre la stessa.
Ero seria e studiosa e chissà da dove venisse quella strana idea, si chiedevano.
Non sapevo come ci sarei arrivata, sapevo solo che io ERO quella cosa lì.
Cosi ho scelto le scuole che mi avrebbero dato le competenze necessarie.
A 13 anni ero consapevole che avrei dovuto parlare varie lingue straniere e intraprendere un percorso universitario nella comunicazione.
Eppure ero timida e impacciata ma quella era la strada.
Nel frattempo compravo un sacco di cd, e mi precipitavo a leggere il libretto interno con i crediti, il nome del manager, del produttore, degli studi di registrazione.
Non leggevo mai nomi femminili. “Beh un giorno ci sarà il mio nome” pensavo.
Alla fine ho scritto la mia tesi di laurea “La gestione delle attività e dell’immagine nel Music Business” 24 anni e non avevo ancora cambiato idea.
Il tempo mi ha dato ragione: il mio cammino si è incrociato con quello di un giovane e talentuoso artista che ho avuto l’onore di accompagnare nel suo percorso per molti anni.
Con lui è stata la mia vera scuola di artist management.
Se ripenso a quello che siamo riusciti a fare, senza soldi, senza team, senza mezzi e senza agganci, sento un immenso orgoglio.
Abbiamo fatto cosi tante cose e anche una miriade di errori che oggi ritengo fossero assolutamente necessari.
Non c’era un manuale d’istruzioni, né tutor o guide. Ogni giorno abbiamo imparato la lezione sulla nostra pelle, ma ci abbiamo creduto fino in fondo.
Tutto quello che sono oggi è anche grazie a lui.
Sono certa che segua il mio progetto ora da un’altra dimensione.
Ritengo questa mia vocazione un privilegio e dopo tanti anni posso anche chiamarlo talento.
Credo che la musica e gli artisti che la creano e la interpretano siano un regalo divino che ci permette di sorridere, emozionarci, scatenarci e dare un senso alle nostre vite.
Noi manager siamo tutti diversi, ci sono avvocati, ex compagni di scuola dell’artista, ex addetti stampa. Eppure credo tutti accomunati dalla forza di credere nel proprio artista più di chiunque altro ed essere disposti a tutto per dar loro la luce che meritano.
Questa è l’essenza del mio lavoro.
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