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Chi sono

Arianna Abate artist manager

La mia storia

Sono Arianna e porto nel nome il mio destino, come nel mito greco, aiuto artisti a trovare la strada corretta per una carriera di successo nel labirinto dell’industria discografica.

Dopo una laurea in Relazioni Pubbliche nella facoltà di Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo alla IULM di Milano con tesi su “La gestione dell’immagine e delle attività nel Music Business” e alcune esperienze (ufficio stampa, direzione artistica, comunicazione) ho viaggiato negli Stati Uniti e in America Latina dove ho avuto l’opportunità di collaborare ad eventi, conoscere molti artisti e seguire la carriera di alcuni di loro.

Ho avuto esperienze incredibili, sfide da superare e momenti di grande difficoltà. Ma non mi sono mai fermata, sempre con il focus ben chiaro, i sogni in grande e tanta pazienza e impegno per raggiungerli.

Entusiasmo, solarità e sensibilità i tratti che mi permettono di essere così vicina al sentire degli artisti, a stimolarli e saperli guidare.

Il mio metodo

Il mio metodo di lavoro inizia sempre dall’ascolto e dalla comprensione dell’essenza dell’artista, delle sue necessità e difficoltà.

Lo aiuto a definire il proprio posizionamento e a creare un personal brand autentico.

Il mio compito è massimizzare il suo potenziale e valore artistico e di mercato, anche attraverso una strategia di comunicazione coerente ed efficace.

Lo guido nell’amministrazione di tutti gli aspetti tecnici, per questo è fondamentale un continuo studio e approfondimento delle nuove tecnologie e tendenze di settore.

Mi occupo della pianificazione, organizzazione e gestione di tutte le attività.

Curo le relazioni con i referenti, il team di lavoro, il pubblico e la stampa.

Imprescindibile il mio ruolo di coach e supporto in tutto il processo.

 

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Entusiasmo

"Il vero segreto del successo è l'entusiasmo" - Walter Chrysler -

Perseveranza

"Non fermarti quando sei stanco, fermati quando hai finito" - Marilyn Monroe -

Empatia

"Credo che l'empatia sia la qualità più essenziale di una civilità" - Roger Ebert -